mercoledì 3 agosto 2011

Potenziali Evocati, il primo romanzo di Guido Fruscoloni




Guido è Guido, non ci sono aggettivi che possano descriverlo.
Non lo vedevo da una vita.
Squilla il telefono. Numero sconosciuto.

Pronto?
Pronto Francesco, sono Guido
Guido?! Che fai? Che inventi? Non ci sentiamo da una vita
Niente, sai ho scritto un libro ed avrei bisogno di un'immagine per la copertina...
Hai scritto un libro?!

Pochi giorni dopo ci siamo incontrati nel mio salotto disastrato, sudicio e disordinato, che fondamentalmente è il mio studio, e trabocca d'ogni genere di cose, cavi e cavetti, computers, hard disks e fotografie, scartoffie, scatole di aspirina vuote, borse fotografiche ed obiettivi, e poi c'è quello scomodissimo divano rosso dell'Ikea, che sta sotto alla finestra e che è sempre pieno di polvere.
Vedere Guido, perfetto come sempre, aggirarsi in quel porcaio mi ha fatto una certa impressione.
Un contrasto fantastico.
S'è seduto sul mio divano polveroso assieme a Francesca, la sua ragazza, mentre io, appollaiato sulla mia sedia ergonomica con lo schienale in rete anti-sudore, facevo gli onori di casa, un pò impacciato, come sempre, quando devo mostrare i miei lavori.

Due giorni dopo avevo già bruciato il suo romanzo e riflettevo sull'immagine che avrei dovuto realizzare per la copertina.

"Per la copertina devo chiarirmi dei dubbi
BLA BLA BLA
ci sono delle cose che potrei aver frainteso.
Però un'idea m'è venuta, forse neanche troppo originale.
BLA BLA
ci vuole una faccia giusta perchè dovrebbe essere idealmente il protagonista, quindi dev'essere poco caratterizzata, senza segni particolari, perchè a mio avviso quello che sta nei racconti deve essere sempre un pò fumoso
BLA BLA BLA
deve stare sempre un passo più in là della realtà. 
mi occorre un soggetto maschio che dimostri un'età compresa tra i 30 ed i 40, senza barba o baffi, che fotograferemo col faccione in primissimo piano, e poi da quel faccione cancelleremo gli occhi, perchè una testa senza occhi contiene un cervello che è isolato dall'esterno, diciamo che ci vedo un'enfatizzazione delle dinamiche della prima parte della storia
BLA BLA BLA 
percepisce segnali dall'esterno (l'udito, l'olfatto sono canali ancora aperti, perchè il faccione ha orecchie e naso), ma vive una dimensione introspettiva fatta sostanzialmente di pensieri e ricordi, di immagini immaginate e non raccolte direttamente dal presente, comunque tra lui e la realtà c'è una membrana (le palpebre) attraverso la quale filtra qualcosa, ma che lo mantiene sostanzialmente isolato (dalle palpebre chiuse filtrano le luci e le ombre, ma non i contorni delle figure, e tutto quello che sta fuori può essere solo immaginato a partire da quelle ombre e luci). 
Poi ci vedo un nesso con la questione del
BLA BLABLA 
ma qui devo levarmi dei dubbi
BLA BLA BLA
È così? 
Se è così l'assenza degli occhi, che sono un canale espressivo fondamentale
BLA BLA E ANCORA BLA BLA
Insomma, questa a grandi linee è la mia idea, dimmi se ti fa schifo che ne pensiamo un'altra"

Beh, l'idea non gli fece schifo, così ho cercato un modello che facesse al caso nostro, per la cronaca la scelta è caduta sull'ottimo Alessio Lenzini, l'ho segregato in sala di posa per un pò ed ora eccoci qua con la copertina del primo romanzo di Guido pronta e con il libro in stampa.




Potenziali Evocati è in prevendita qua (clicca) e presto sarà distribuito in tutte le librerie d'Italia.

Buona Lettura.