lunedì 25 aprile 2011

Matteo Maggio Scultore




Nel Dicembre 2009 ho messo piede per la prima volta nel laboratorio di Matteo, una grande stanza umida, illuminata solo da un faretto alogeno posto sopra ad una tavola ricoperta d'argilla. C'erano ombre e silenzio.


Scambiammo qualche parola, poche a dire il vero, nessuno dei due è molto loquace. Ci conoscevamo appena. Così cominciava il nostro lavoro.
Matteo si muoveva lentamente tra le ombre dei suoi musicisti silenziosi, raccoglieva l'argilla bagnata da un grosso secchio, la manipolava un pò e la stendeva sulla tavola. Circa nove mesi dopo, le mani di Matteo hanno trasformanto quel piano di argilla in un sassofonista in resina.

Se mi dilungassi nella descrizione di quanto sia stupefacente vedere la materia grezza prendere forma tra le mani di uno scultore, rischierei di essere banale. Se mi perdessi nel raccontare l'emozione che si prova a stare in silenzio, mentre lentamente una figura emerge da un piano di argilla, potrei annoiarvi a morte. Non farò nulla di tutto questo, sperando che le immagini parlino per me.

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